UTOPIA ZERO MONEY

UTOPIA ZERO MONEY

Fissare il cielo a Utopia è come scambiarsi un segreto. In questo mondo, dove il confine tra realtà e magia si svela, Leonardo trova rifugio. Ma quando il passato lo raggiunge, il cielo si oscura, e l’incanto di Utopia si svela come una tela intricata di passato, presente e futuro. Leonardo, un viaggiatore intrappolato tra mondi, si ritrova a fronteggiare il proprio destino quando ombre minacciose lo inseguono attraverso la città avvolta dal fumo. In cerca di risposte, trova riparo nella grotta dietro la cascata, solo per scoprire che il suo passato lo ha seguito fin lì. Con il fuoco come compagno, Leonardo cerca di mettere ordine nei frammenti del suo passato, ma il destino ha in serbo un incontro magico. Seduto attorno al fuoco, contempla le fiamme che danzano e comprende che la vita è un falò. Ogni scintilla rappresenta un momento irripetibile, una scelta fatta, un’emozione vissuta. Tuttavia, ogni fiamma si dissolve nel buio, portando con sé una parte di sé stessa. La realizzazione fa nascere in lui l’urgente necessità di fare i conti con il suo passato, di abbracciare le sfide e lasciare andare ciò che è destinato a perdersi, decide di coltivare quella fiamma, e trovare un senso al caos che lo circonda. In “Utopia” il lettore è invitato a seguire il viaggio di Leonardo attraverso mondi incantati e introspezione, dove il fuoco diventa un catalizzatore per la rinascita e la scoperta di un significato più profondo nella trama intricata della sua esistenza.

 


 

INTERVISTA A FRANCESCO CHIAVAZZO

  1. Ho conosciuto il concorso “UNA STORIA PER IL CINEMA” tramite Instagram.
  2. Il mio processo creativo si basa sull’intuizione. Se un’idea intuitiva mi affascina, procedo e cerco di valutarne la coerenza logica. Se risulta logica, la sviluppo; altrimenti, la scarto e passo ad altro. Circa tre o quattro anni fa, ho avuto un’illuminazione riguardo a una società gestita senza l’uso del denaro. La premessa era che, in questa società, il denaro non esistesse fisicamente, ma che i beni e i servizi fossero realizzati grazie ai talenti e alle capacità delle persone. L’idea di creare “Utopia” per condividerla con il mondo mi intrigava molto, ma richiedeva un impegno di tempo considerevole. Così, un paio di anni fa, ho deciso di esprimere questa mia visione/intuizione attraverso la scrittura di un romanzo.
  3. Il romanzo “Utopia Zero Money” è ambientato in Italia. Anche se nel romanzo l’ambientazione non è esplicitamente indicata, ho deciso di ambientarlo in Italia perché, per me, è il luogo più bello del mondo. L’Italia è una penisola e quindi offre mare, montagne, isole, fiumi e laghi; è davvero ricca di bellezza. Come potrebbe essere un’utopia se non una città completa di tutte queste meraviglie?
  4. Il libro è estremamente personale. Ritengo questo elemento tutt’altro che trascurabile poiché rende la storia e la narrazione in qualche modo inedite. Ci sono degli elementi a cui ovviamente mi sono ispirato, ma io riesco a “vedere” e a “vivere” la città di Utopia entrandoci dentro. Questo rende davvero peculiare il libro. Nonostante questo invito i lettori a immedesimarsi in questa città e a viverla a modo loro.
  5. Ritengo che sia adatta a una trasposizione cinematografica poiché è un viaggio ricco di esperienze e colpi di scena. Come detto prima, ho una visione chiara della città, quindi un’ambientazione ben dettagliata e definita. Ci sono luoghi chiave in Utopia che possono suscitare emozioni nel momento in cui vengono scoperti. Ho pensato di inserire anche delle illustrazioni nel libro riguardo elementi come l’orologio, la statua, la Scuola dei Talenti e la grotta dietro la cascata anche se in definitiva questa idea è stata scartata. Sarebbe davvero bello rendere visibili e definibili questi luoghi ricchi di suggestione. Inoltre, ritengo che i personaggi siano molto affascinanti, permettendo agli eventuali spettatori di immedesimarsi ed empatizzare con loro. La visione può anche risultare piacevole grazie al realismo magico e, quindi, al pizzico di magia che caratterizza l’opera.
  6. L’opera è stata selezionata per essere esposta al Salone del Libro di Torino che si è tenuto quest’anno.
  7. All’inizio l’opera doveva chiamarsi “Zero Money Utopia”, ma poi ho deciso di chiamarla “Utopia Zero Money” poiché voglio continuare a parlare di Utopia. Questo è un romanzo che può definirsi autoconclusivo, tuttavia, Utopia è un progetto e desidero ancora scrivere di questa meravigliosa città perché c’è davvero molto altro da raccontare.
  8. Vi ringrazio per questa opportunità e ritengo davvero che si possa realizzare un bellissimo film partendo da questo romanzo. La città di Utopia è un mondo, e sebbene sia circoscritta come città, è semanticamente davvero immensa. Ci sono davvero tanti argomenti da trattare in questa città. Sono davvero orgoglioso di aver scritto quest’opera.
Date:
Titolo:
UTOPIA ZERO MONEY
Autore:
Francesco Chiavazzo

Pelicula

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